Tenuta di Artimino con Werner Tscholl

toscana

17 giugno

Tenuta di Artimino
via Papa Giovanni XXIII, 1
Carmignano (PO)
con Werner Tscholl

Aperta sui colli e sui vigneti del Montalbano, in posizione dominante sul poggio che già aveva ospitato un’area sacra al tempo degli etruschi, “Villa Medicea “La Ferdinanda” fu costruita nel 1596 per volere del Granduca Ferdinando I de ‘Medici, su disegno di Bernardo Buontalenti. “Sono stato hoggi à Artimino et credami Vostra Altezza che vi ho trovato un Primavera”, scriveva il Granduca alla moglie Cristina di Lorena il 19 gennaio 1596. La villa, nata come residenza di caccia, venne ultimata in soli quattro anni e rappresentava una sorta di anello di congiunzione fra le diverse proprietà fondiarie della famiglia, un luogo dedicato all’otium umanistico delle arti e della poesia. Ferdinando I de’ Medici, in seguito alla morte di Francesco, rinunciò al cardinalato e cercò di portare avanti la politica del fratello: si racconta che fosse affabile e premuroso, propenso a favorire settori quali l’agricoltura, l’arte e il commercio.
A lui si devono grandi opere oltre che la commissione della Villa dei Cento Camini, così chiamata per i numerosi camini che sporgono dalla sommità dell’edificio e che la rendono unica. Non solo un vezzo artistico del Buontalenti per movimentare un po’ l’architettura austera dell’edificio, i camini avevano anche una loro ragione d’esistere: riscaldare. Ferdinando I, infatti, come tutti i Medici soffriva di gotta e quindi aveva bisogno di molto calore. Fin da subito la Villa non aveva giardino ma era lo stesso Barco Reale il parco della Villa, ovvero l’ampia bandita di caccia appartenente alla famiglia Medici, che nel 1626 venne chiusa e cinta da un muro lungo 32 miglia di cui ancora oggi sono visibili alcuni resti e una porta.
Singolare è l’aspetto architettonico dell’edificio, con una componente militare che dona austerità e maestosità, alleggerita da elementi più eleganti come la sinuosa scalinata d’ingresso in pietra serena. Nei secoli fra le mura de “La Ferdinanda” sono passati nomi illustri. Ad esempio nel 1608 Galileo Galilei venne invitato da Ferdinando I per istruire “nelle matematiche” il figlio Cosimo. All’interno della Villa, nelle cucine delle Cantine Granducali, è esposto un antico girarrosto costruito su disegno di Leonardo Da Vinci, che era solito frequentare queste zone nella sua giovinezza quando si recava in visita a Bacchereto alla fornace che era di sua nonna Lucia Zosi. Egli stesso studiò e disegnò il territorio di Carmignano, dal crinale del Montalbano a Bacchereto e Artimino. Nelle sale della Villa, nella loggia e nella deliziosa cappella sono ben conservati gli affreschi coevi alla struttura, realizzati da Domenico Cresti detto il Passignano e da Bernardino Poccetti.

Werner Tscholl

Werner Tscholl si laurea in architettura a Firenze nel 1981. Nel 1983 fonda il proprio studio a Morter, in val Venosta. Centrale nel suo lavoro è il rapporto tra nuova architettura e preesistenze, sia storiche sia ambientali. Tra le sue numerose realizzazioni ricordiamo i nuovi uffici Mondadori a Segrate accanto all’edificio di Oscar Niemeyer e il restauro di Castel Firmiano a Bolzano, sede del Messner Mountain Museum. Ha ricevuto il premio “Architetto italiano 2016” e il premio alla carriera IN/ARCH Trentino Alto Adige (2020).
Ha progettato molte cantine: Cantina Meran, Marlengo, 2013, Cantina Tramin, Termeno, 2010 e la Distilleria Puni nel 2016.

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